Presso Reparto di Pediatria Ospedale Santa Maria delle Croci – Ravenna
E poi incontri lei, un incontro speciale, una di quelle che Gendlin chiama ‘natural focuser’
Lei è una bimba di 9 anni, bellissima, con i capelli lunghi biondi, un sorriso che illumina la stanza e due occhi neri, grandi e profondi da cerbiatto, emana forza e delicatezza insieme. Ama la ginnastica ritmica e i gattini.
Da due mesi soffre di forti mal di pancia e scariche, un’infiammazione dell’intestino, probabilmente uno stadio iniziale della malattia di Crohn, sta eseguendo tutti gli esami diagnostici.
In accordo con i medici proviamo ad ascoltare il pancino con il focusing.
Con la signora del volontariato ha costruito due bamboline di carta….oh guarda una tutta dolce e sorridente e una con la pancia che brontola.
Parliamo un po’ per creare il nostro spazio sicuro e di fiducia e usiamo le bamboline, una è il pancino irritato e l’altra è lei felice e serena, facciamo delle prove giocando per sentire come posso stare accanto e ascoltare senza paura qualcuno che è tanto arrabbiato e riuscire a dargli empatia.
Le avevo già letto, insieme al suo papà, il libro di ‘pezzettino’. Un libricino davvero semplice per insegnare ai bimbi il gioco ‘in viaggio dentro me’, come incontrare e disidentificarsi dalle sensazioni e come dialogare con i propri ‘pezzettini’.
Con il focusing bambini possiamo fare un viaggio, un viaggio dentro il corpo e incontrare i nostri pezzettini (le sensazioni), diventare loro amici, hanno una storia da raccontarci se li ascoltiamo amorevolmente come se fossero dei nostri amici.
Iniziamo l’ascolto del corpo, la guido a prendere contatto con il suo corpo:come resta appoggiata al letto, cosa sente nella schiena, nella testa, nelle braccia, nella pancia, come sente il suo respiro, l’aria che entra e che esce, ascolta il suo ritmo…
Quando ci soffermiamo nel corpo, nel presente, e prendiamo una pausa per restare in silenzio in ascolto di ciò che si muove all’interno, possiamo percepire differenti sensazioni.
Alcune persone molto razionali si sono scollegate dal corpo e percepiscono solo in parte ciò che accade dentro di loro, i bambini sono connessi al corpo e possono subito accedere a tutti i loro ‘pezzetini’.
Lei trova tre pezzettini (‘felt sense’ ) che hanno bisogno del suo ascolto.
Come un pezzettino rosa in basso a destra percepito nel fianco è come un bambino, di età un po’ più grande di lei, si preoccupa che tutto sia sempre in ordine
Come un pezzettino rosso grande in centro alla pancia che urla e stringe i pugni.
Come un pezzettino tutto verde in testa che critica un po’.
Mi confida che li conosce già da tempo questi ‘pezzettini’, non è la prima volta che li incontra, ma non riesce proprio a far andare d’accordo il pezzetto rosa con il rosso.
Poi aggiunge: “ eh sì quando io sono arrabbiata voglio stare sola non voglio nessuno vicino, mi dà fastidio se una mia amica si avvicina, succede anche dentro a quel pezzetto rosso”.
Continua: “E’ proprio come quando c’è qualcuno di molto arrabbiato, irritato o contrariato e qualcun altro che si preoccupa vuole aiutarlo e si avvicina ma in un modo che al primo non piace, il primo si allontana e dice di voler stare solo, il secondo si sposta di nuovo per avvicinarsi..ed ecco vanno in cerchio e il primo si irrita sempre di più…..ecco si quello che sento nella pancia di solito è qualcosa che va come una spirale e fa male “.
La invito a disegnare quello che sente poi le chiedo :
‘Come posso, secondo te, stare accanto con il corpo a qualcuno di tanto contrariato che dice di voler stare solo? ‘
Giochiamo ad imparare l’ascolto della ‘Presenza empatica’ con i nostri corpi e la ‘giusta distanza’.
Continua il processo di focusing, siamo sedute sul letto una di fronte all’altra, lei con gli occhi chiusi in ascolto dei suoi pezzettini, le chiedo quale tra le due sensazioni ha più bisogno di ascolto, risponde inizialmente il rosa.
Dialoghiamo con i pezzettini. Ringrazia il rosa per volersi prendere cura del rosso, ma ora il rosa può andare a giocare si occuperà lei di aiutare il rosso,la modalità del rosa di sistemare sempre tutto non è quella che serve al rosso ora.
Le insegno a portare il rosa in un bel posto sicuro.
Sente che il ‘pezzettino rosa’ si rilassa è più tranquillo, qualcosa nella pancia si rilassa..Sta un po’ accanto al rosa e poi lo saluta e ringrazia (sesto passo del focusing)
Ora c’è il pezzetto rosso che urlava che si è calmato un po’, anche con lui rimanda ciò che sente (mirroring) è come in una stanza tutto solo, gli chiede se vuole uscire, la risposta è sì immediatamente.
Sta un po’ accanto a lui, ci fa amicizia e lo porta in un buon posto sicuro, dove può chiedergli che cosa lo ha fatto tanto irritare e cosa può farlo stare meglio.
Lei è lì seduta con gli occhi chiusi che ascolta il suo corpo, io di fronte a lei in presenza e percepisco gratitudine, una sensazione nel petto di gioia mista a stupore e meraviglia come quando osservi un meraviglioso panorama.
Dopo un minuto circa alza lo sguardo con gli occhi lucidi le guance tutte rosa e un super sorriso e mi dice ‘Ce l’ho fatta!!!..ora nella mia pancia c’è lei e indica la bambolina felice’
Io sento un gran calore e commozione…e ammirazione…con tanta semplicità, delicatezza e forza in meno di un’oretta ha come danzato con le sensazioni del suo corpicino, io le sono stata accanto in presenza accogliente, amorevole e non giudicante, ma lei è stata la mia insegnate.
Grazie meravigliosa bimba!
Le chiedo di ascoltare ora il corpo e sentire se c’è qualcosa di diverso da prima, lei dice che la pancia ora sta bene sfoggiando un mega sorriso.
Continuerà naturalmente anche le cure farmacologiche, ma un piccolo grande passo è stato fatto internamente.
La settimana successiva al mio rientro in reparto, il medico di turno mi mostra la situazione della piccola paziente. Dopo il nostro incontro ha iniziato le cure con forza gioia e positività, purtroppo dopo i primi tre giorni ha preso un’infezione.
Ha sospeso le cure del Crohn per curare l’infezione con l’antibiotico. Un incidete di percorso che l’ha debilitata davvero molto sia fisicamente che psicologicamente.
Nonostante la somministrazione di diversi antidolorifici la bambina sembra percepire un forte dolore che non passa, non mangia e fa fatica a riposare. Questo non permette di riprendere le cure per il Crohn per un’eventuale dimissione.
Il medico mi spiega che la bambina ha bisogno ora di riprendere le forze e mangiare.
Incontro madre e figlia nel corridoio del reparto. La bimba è dimagrita, il corpo sofferente impaurito e stanchissimo, la madre con gli occhi pieni di lacrime e davvero molto preoccupata.
In questo caso la bambina non può fare da sola il processo di focusing, il suo corpo è visibilmente sfinito e lei è piena di paura, ha solo bisogno di qualcuno che è ‘in modalità focusing’ cioè in ‘presenza empatica ‘ con lei.
Le chiedo cosa sente e lei piangendo dice “ mi fa tanto male, aiuto aiutatemi, mi fa tanto male, come qualcosa che batte forte”.
Il corpo sembra lamentare non solo dolore fisico ma urlare effettivamente quanto sono stati duri gli ultimi giorni per lei. La paura, la stanchezza, nonostante tutto il suo impegno di collaborazione per le cure nei primi giorni.
E’ importante il nostro incontro precedente e la relazione di fiducia che si era creata, in pochi minuti la aiuto a tornare nel corpo e disidentificare dal dolore, il dolore percepito diminuisce fino a calmarsi e lei torna a sorridere e giocare serena.
La madre è molto provata avrebbe bisogno di riposo e leggerezza, poco dopo arriva anche il padre il fratello maggiore e alcuni parenti.
Resto un po’ con loro, do empatia , ascolto e presenza ai genitori per aiutarli ad alleggerire e tranquillizzarsi, poco dopo l’atmosfera cambia, come alleggerita.
E’ arrivata sera, saluto la famiglia e i parenti mentre parlano e cenano insieme allegramente in un micro party in camera della piccola, con crocchette di pollo e patatine, più sereni e sorridenti. La bambina riesce a mangiare e riprendersi.
Nei giorni seguenti continuerà la cura per il Crohn, i medici mi riferiscono che anche l’infiammazione si era attenuata e non ci sono più stati problemi con le cure.
Rivedo la dolcissima bambina e i suoi genitori ad una settimana di distanza ormai in dimissione e ricevo davvero un mega regalo, una letterina di ringraziamento davvero speciale.
Inoltre i genitori carichi di entusiasmo mi raccontano di come la piccola abbia aiutato una sua amichetta venuta in visita insegnandole ed ascoltare i ‘pezzettini’ del corpo e di come siano riuscite ad accogliere un mal di testa che in pochi minuti è passato.
Dare empatia e ascolto focusing soprattutto tra bambini può essere davvero un gioco magico e semplice da imparare.
Un esempio di come il focusing associato alle cure farmacologiche possa essere un valido strumento di aiuto e sollievo al dolore percepito nel corpo per migliorare la qualità di vita del paziente e delle loro famiglie.
Un grazie di cuore a voi che avete letto e condiviso con me!
Monica Zambelli
Trainer di focusing adulti e bambini certificata dal The International Focusing Institute